Ex Borsisti

Ex Borsisti

  • Marco Marzano

    Marco Marzano è nato a Napoli il 26 ottobre 1991 e ha conseguito la laurea triennale in Biotecnologie per la salute presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel 2015. Ha successivamente ottenuto la laurea magistrale in Biotecnologie Mediche presso lo stesso ateneo nel 2017. Durante gli anni universitari, ha svolto un tirocinio magistrale in un progetto sul carcinoma pancreatico, pubblicato nel 2020 sulla rivista Scientific Reports, presso l’University Von Amsterdam sotto la guida del Prof. Maarten Bijlsma. Attratto dalla ricerca sulla biologia di base e desideroso di studiare la biologia con modelli animali, Marco ha intrapreso un dottorato di ricerca presso l’Università di Münster in Germania, sotto la supervisione del Dr. Sebastian Rumpf, nel periodo 2018-2022. Durante questo periodo, ha approfondito il ruolo della kinasi AMPK nel processo neuronale di pruning dendritico, utilizzando la Drosophila melanogaster come organismo modello. I risultati di questo studio sono stati pubblicati nel 2021 sulla rivista scientifica Cell Reports. Marco, insieme a Sebastian e ai colleghi, ha dimostrato come il processo di pruning dendritico sia regolato a livello metabolico attraverso l’attività della AMPK, adattando le necessità energetiche e metaboliche delle cellule neuronali al contesto metabolico dell’intero organismo.

    Attualmente, Marco è coinvolto in un’attività di post-dottorato presso il prestigioso Weizmann Institute of Science in Israele, in collaborazione con il Prof. Eran Elinav. Il suo interesse si concentra sulla possibilità di studiare il metabolismo cellulare in vari contesti, tra cui la nutrizione, l’interazione tra il microbioma e l’organismo, in modelli animali.

    Progetto di Ricerca

    Il carcinoma epatocellulare (HCC) è il sesto tipo di cancro più diagnosticato e la terza causa più comune di decesso. Nonostante siano noti vari fattori eziologici per l’HCC, che vanno dalle cause virali (HBV, HCV) al consumo eccessivo di alcolici e alla sindrome metabolica, è emerso che convergono quasi sempre nello stato intermedio della fibrosi epatica. Questa è caratterizzata dall’anormale accumulo di componenti della matrice extracellulare, tra cui collagene e fibronectina, all’interno del parenchima epatico. Essenzialmente, in presenza di danni epatici persistenti e sottostanti, la risposta fibrotica del fegato porta alla deposizione di tessuto cicatriziale, compromettendo la sua capacità funzionale e portando allo sviluppo di cirrosi e cancro. Nonostante lo stato intermedio convergente della fibrosi, sembra esserci una grande suscettibilità interindividuale sia all’accumulo di fibrosi epatica che allo sviluppo successivo di carcinoma epatico. È stato proposto che il principale fattore alla base di queste differenze interpersonali sia l’asse dieta-genetica-microbioma. Tuttavia, i meccanismi esatti non sono ben noti. È interessante notare che, sebbene la fibrosi epatica sia stata considerata un processo irreversibile per lungo tempo, i recenti progressi stanno dimostrando la possibilità di invertirla, offrendo quindi un importante punto di partenza per lo sviluppo di terapie per la prevenzione del cancro.

    Questo progetto di ricerca contribuirà a una migliore comprensione della natura eterogenea della suscettibilità e della progressione al carcinoma epatocellulare. In particolare, fornirà approfondimenti meccanicistici sul ruolo del microbiota intestinale nell’alterare l’omeostasi epatica e nella formazione del cancro. I risultati di questa ricerca metteranno in evidenza l’importanza della dieta e della nutrizione sulla salute del fegato e sullo sviluppo e progressione del carcinoma epatocellulare. In definitiva, le scoperte derivanti da questo studio offrono la promessa di introdurre nuove terapie e interventi preventivi innovativi per i pazienti.

  • Alessandro Genna

    Alessandro Genna è nato a Marsala il 1° agosto del 1988. Nel 2013 consegue la laurea Magistrale in Biotecnologie Industriali presso l’Università di Milano-Bicocca con una tesi sulla medicina di traslazione, sotto la supervisione del Prof. Yvan Torrente del Policlinico di Milano, dal titolo “Studio dei fattori degenerativi muscolari inducenti il differenziamento adipocitario di cellule staminali mesenchimali”. Dopo la Laurea ha conseguito nel 2019 il Dottorato di Ricerca presso la facoltà di medicina della Bar-Ilan University in Cancer Biology studiando il ruolo delle chinasi FAK e Pyk2 nel processo metastatico. Completato il Dottorato di Ricerca si trasferisce all’Albert Einstein College of Medicine presso il laboratorio della Prof.ssa Dianne Cox, sotto la supervisione del Prof. John Condeelis, dove studia i Tunneling Nanotubes ed il loro ruolo nel processo metastatico. Nel novembre del 2023 entra nel laboratorio del Prof. Yosef Yarden della facoltà di Biologia del Weizmann Institute of Science per studiare le metastasi ossee derivanti dal cancro al seno.

    Progetto di Ricerca

    Il processo che conduce alla formazione di metastasi è un processo che avviene in diversi passaggi: formazione del tumore primario, transizione epitelio-mesenchimale, invasione del sistema circolatorio, colonizzazione degli organi secondari; ognuno di questi passaggi è finemente regolato. Studi recenti hanno dimostrato che le cellule tumorali iniziano a diffondersi relativamente presto nel processo metastatico alcune anche durante la fase di iperplasia. Queste cellule tumorali che esprimono ancora dei marker epiteliali rimangono dormienti nelle ossa per anni e non sono identificabili sino a che non si trasformano in metastasi. Negli anni le donne vanno incontro ad un processo fisiologico che provoca un cambio a livello ormonale e determina la riduzione dei livelli di estrogeno Questo processo fisiologico causa in donne sane osteoporosi. Nel caso di donne che presentano cellule tumorali dormienti si crea un loop nel quale le cellule tumorali promuovono l’iperattivazione degli osteoclasti, cellule specializzate e deputate al rimodellamento delle ossa e al contempo bloccano gli osteoblasti che dovrebbero formare nuovo tessuto osseo. Questo processo di continua degradazione di tessuto osseo libera fattori di crescita che sono fondamentali per la crescita delle cellule tumorali.

    Studiare in-vitro questi passaggi permette di delinearne le caratteristiche molecolari e gli “attori” coinvolti nel processo, ma ciò preclude la visione di insieme e le possibili interazioni che avvengono regolarmente all’interno del nostro corpo. Questi due aspetti sono fondamentali per il corretto design ed il successo di una qualsiasi terapia. Da questa necessità di visione di insieme nasce l’esigenza di un modello animale per lo studio delle metastasi ossee.
    Questo progetto di ricerca ha come obiettivo la creazione di un modello che replichi tutti i passaggi molecolari (formazione del tumore, transizione epitelio-mesenchimale, invasione del sistema circolatorio, colonizzazione degli organi secondari), terapeutici (rimozione del tumore primario trattamento post-operatorio) e ormonali, che portano alla formazione delle metastasi ossee. Questo nuovo modello permetterà di individuare quali sono gli switch molecolari responsabili del risveglio delle cellule tumorali dormienti e di progettare nuove terapie per bloccare selettivamente il risveglio di queste cellule.

  • Domenico Liguoro

    Domenico Liguoro è nato a Massa di Somma (Napoli) il 23 Aprile 1992. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Scienze Biologiche presso l’ Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel 2015, si trasferisce a Roma per proseguire il percorso di studi in Genetica e Biologia Molecolare nella Ricerca di Base e Biomedica all’ Università degli studi di Roma “La Sapienza”.  Presso lo stesso Ateneo, sotto la supervisione della Prof.ssa Rita Mancini, ha concluso il Dottorato di Ricerca in Medicina Sperimentale, il cui titolo è stato conseguito nel Marzo 2022. Durante questo periodo, Domenico ha approfondito  il ruolo di piccole molecole di RNA non codificante, chiamati microRNA, come regolatori principali dello sviluppo di resistenza farmacologica nel sottotipo di melanoma metastatico mutato in BRAF.  Da Aprile 2022, Domenico è un Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Università degli studi di Roma “La Sapienza”. Attualmente, il suo progetto di ricerca verte sullo sviluppo di nuove strategie terapeutiche basate sull’utilizzo di microRNA oncosoppressori incapsulati all’interno di nanoparticelle lipidiche per colpire le cellule di melanoma metastatico resistenti alle attuali terapie cliniche.

    Progetto di Ricerca

    Le mutazioni del gene KRAS colpiscono circa il 30% dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Per questi pazienti, i trattamenti sono limitati e la prognosi è infausta. È stato dimostrato che l’efficacia dell’immuno-terapia può dipendere dal grado di attivazione dei linfociti T CD8+ contro antigeni tumorali come antigeni derivati da mutazioni genetiche (neo-peptidi). I neo-peptidi sono il prodotto di degradazione di una proteina mutata nei confronti della quale non è stata sviluppata alcuna tolleranza precedente da parte dell’ospite. I neo-peptidi possono suscitare una specifica reattività antitumorale se riconosciuti dal recettore delle cellule T CD8+ e possono essere sfruttati come bersagli terapeutici ideali per vaccini contro il cancro o per terapie cellulari. Di recente, il gruppo di ricerca della Dott.ssa Yardena Samuels ha identificato un neo-peptide immunogenico, che deriva dalla sottotipo mutazionale KRAS G12V.

    Il progetto di ricerca mira all’identificazione e alla validazione di specifici recettori delle cellule T CD8+ per il neo-peptide derivato dalla mutazione KRAS G12V. Inizialmente sarà valutata la reattività delle cellule T CD8+, provenienti dal sangue periferico dei pazienti, contro il neo-peptide. La parte del recettore delle cellule T che riconosce il neo-peptide sarà sequenziato, clonato e ingegnerizzato su nuovi linfociti T CD8+, che saranno soggetti ad una serie di saggi funzionali per testare la  loro capacità di reagire a contatto con i neo-peptidi derivanti dalla mutazione KRAS G12V. Il mio obiettivo è ottenere maggiori informazioni per lo sviluppo di nuovi strumenti terapeutici volti a potenziare la difesa naturale contro le cellule tumorali per i pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule portatori del sottotipo mutazionale KRAS G12V.

  • Nicoletta Di Bernardo

    Nicoletta Di Bernardo è nata a Catania il 22 gennaio 1997 ed è cresciuta a Verona. Dopo la Laurea Triennale in Scienze e Tecnologie Biomolecolari presso l’Università degli Studi di Trento nel 2019, ha conseguito nel 2022 la Laurea Magistrale in Cellular and Molecular Biology (cancer track) presso lo stesso Ateneo. In entrambi i casi, ha lavorato a progetti di ricerca concernenti targets di p53, il principale regolatore del processo di apoptosi. Per la Laurea Magistrale, il progetto è stato sviluppato durante il tirocinio presso il laboratorio del Prof. Moshe Oren del Weizmann Institute of Science.

    Dal settembre 2022 sta conseguendo il Dottorato presso il Weizmann Institute nel laboratorio della Dr. Efrat Shema, focalizzato sullo studio dell’epigenoma del cancro. Nel 2023 ha ottenuto una Borsa “Sergio Lombroso” per lo studio degli effetti di EZH2 sulla plasticità del microambiente tumorale nel tumore al seno triplo negativo (TNBC).

    Progetto di Ricerca

    Grazie alla ricerca sul cancro, è diventato sempre più evidente che l’insorgenza di tumori è dovuta a mutazioni nel codice genetico, ma anche ad alterazioni epigenetiche, vale a dire a quei processi che regolano la condensazione della cromatina all’interno dei nuclei cellulari e determinano l’espressione genica.

    Nel laboratorio della Dr. Shema si studiano le singole alterazioni e i loro effetti sul codice istonico, grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia come la Cytometry by Time Of Flight (CyTOF) e la Total Internal Reflection Fluorescence (TIRF) Microscopy, che permettono di esaminarne l’aspetto combinatoriale in maniera innovativa.

    Nel caso del tumore al seno, e in particolare nel TNBC, EZH2, uno dei più noti modificatori della cromatina, è espresso e attivo a livelli superiori della norma. Il TNBC è un tipo di cancro al seno molto aggressivo che non presenta i recettori contro i quali sono stati sviluppati degli approcci di target therapy e terapia ormonale, comportando quindi peggiori prognosi.

    È noto che EZH2 contribuisce alla progressione e all’aggressività del TNBC ed è stato inoltre descritto in letteratura un suo possibile ruolo nell’ostacolare l’infiltrazione di cellule T citotossiche, in grado di eliminare le cellule tumorali.

    Nel suo progetto, Nicoletta utilizzerà la tecnologia CyTOF per analizzare dei campioni di TNBC indotti in un sistema murino, grazie alla collaborazione con il laboratorio della Prof. Ruth Sherz-Shouval (Weizmann Institute of Science). Nell’analisi studierà i cambiamenti nell’epigenoma del cancro e del microambiente tumorale (TME) dovuti alla deregolazione di EZH2 nelle cellule tumorali. Esaminerà inoltre i possibili cambiamenti nella composizione dello stroma e delle popolazioni cellulari immunitarie. Lo scopo sarà identificare delle specifiche modificazioni istoniche sia nel cancro che nel TME e modularle mediante l’utilizzo di farmaci e inibitori. In questo modo, sarà possibile comprendere il network epigenetico regolato da EZH2 e le sue implicazioni nello sviluppo del TNBC, per poter poi identificare dei nuovi approcci terapeutici per le pazienti di TNBC.

  • Paola Antonello

    Paola Antonello è nata a Vicenza il 25 settembre 1992. Ha conseguito la Laura Triennale in Biotecnologie presso l’Università degli Studi di Padova nel 2015 e sucessivamente la Laurea Magistrale in Pharmaceutical Biotechnologies presso lo stesso ateneo. Nell’ultimo anno del percorso di studi della Laurea Magistrale ha svolto un tirocinio presso l’istituto di ricerca di Bellinzona in Svizzera presso il laboratorio del Prof. Marcus Thelen dove ha studiato il ruolo del recettore ACKR3 (Recettore Atypico delle Chemochine) nell’indurre metastasi di tumori ematologici. Sucessivamente ha svolto il suo Dottorato di Ricerca presso l’Università di Berna in Svizzera sotto la supervisione del Prof. Thelen. Ha concluso un progetto di studi con due articoli pubblicati in giornali “peer-reviewed” i cui risultati ottenuti hanno permesso di rivalutare il concetto di “migrazione collettiva” per i tumori solidi, contribuendo alla comprensione dell’invasione dei tessuti da parte dei tumori ematologici e fornendo nuove intuizioni per l’individuazione di nuovi bersagli per l’intervento terapeutico.

    Progetto di Ricerca

    Il melanoma è il più aggressivo e letale tra i tumori della pelle, a causa della sua capacità di sviluppare resistenza alle terapie attuali, La risposta all’immunoterapia nei pazienti affetti da melanoma è stata recentemente correlata all’aumento dell’espressione degli immunoproteasomi (IP). Gli IP sono una forma specializzata di proteasomi che viene aumentata in condizioni infiammatorie con il ruolo di degradare proteine all’interno della cellule. L’attività sia dei proteasomi che degli IP è regolata dall’associazione del core catalitico con diverse subunità regolatorie, ad esempio, le subunità 19S come PSME4. Tuttavia, la composizione precisa dei complessi IP nel melanoma e il loro coinvolgimento nella presentazione dei peptidi non sono stati ancora chiariti. Di recente, il laboratorio della Prof. Merbl ha identificato un nuovo meccanismo di evasione immunitaria guidato da un’alterazione nella composizione del complesso proteasomico. Le evidenze supportano fortemente che la composizione del proteasoma e l’interazione tra IP e PSME4 siano determinanti cruciali nella progressione del melanoma e nella risposta all’immunoterapia.

    Mi propongo di contribuire in modo significativo all’avanzamento della medicina personalizzata basata su PSME4 e sulla funzione del proteasoma nei pazienti affetti da melanoma. I nostri approcci unici consentiranno di analizzare, in modo senza precedenti, l’interazione complessa tra l’eterogeneità del proteasoma, la degradazione di determinate proteine, la progressione del melanoma e l’immunogenicità. Inoltre, identificare gli obiettivi specifici della degradazione e le vie cellulari con cui sono associati getterà luce sui meccanismi molecolari alla base della progressione del melanoma e della risposta (o resistenza) all’immunoterapia.

  • Sabina Pozzi

    Sabina Pozzi é nata a Desio il 26 maggio 1990. Ha conseguito la laurea Magistrale in Biologia Molecolare nel 2015 presso l’Universitá di Milano Bicocca. Nell’ agosto 2022 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Biologia e Drug Delivery presso Tel Aviv University discutendo una tesi dal titolo “MCP-1/CCR2 axis inhibition sensitizes the brain microenvironment against melanoma brain metastasis progression”. Nel gennaio 2023 vince una borsa per Post-Doc dalla Fondazione “Sergio Lombroso” presso il Weizmann Institute of Science sotto la supervisione della Prof. Ayelet Erez del Dipartimento di Biologia Molecolare.

    Progetto di Ricerca

    Il progetto di ricerca si focalizzerá sull’ipotesi che l’eccessiva secrezione sistemica e locale di CCL2, possa rimodellare il profilo trascrittomico e metabolico delle cellule tumorali e/o di altre cellule del microambiente, fungendo da innesco per le neoplasie cerebrali metastatiche. Parte del
    progetto di ricerca si concentrerá anche su come questa infiammazione sistamica possa contribuire all’insorgenza di cachexia (sindrome associata a perdita di peso e muscolare). CCL2 e il suo recettore CCR2, sono stati spesso associati a malattie metaboliche croniche, infiammazione e cancro. Recentemente nel laboratorio della Prof. Erez hanno scoperto che durante la carcinogenesi precoce dei tumori non epatici, il fegato recluta cellule immunitarie secernendo CCL2. In questo scenario la riprogrammazione metabolica degli epatociti promuove la proliferazione delle cellule tumorali e limita la sopravvivenza e l’attivazione dei linfociti. Nel cervello, é noto che l’elevata secrezione di CCL2 svolge anche un ruolo nelle neoplasie cerebrali e nelle metastasi. Infatti é stato dimostrato che gli astrociti evocano l’espressione e la secrezione di CCL2 e inducono l’espressione di CCR2 nelle cellule di melanoma, migliorando le proprietà tumorigeniche, come la proliferazione, la migrazione e l’invasione delle cellule metastatiche di melanoma nel cervello (Pozzi et al., JCI Insight 2022).

    Gli obiettivi generali del progetto di ricerca della Dr. Pozzi hanno lo scopo di indagare se un aumento sistemico di CCL2 induca le metastasi cerebrali con mutazione tp53 (uno dei geni più frequentemente mutati nei gliomi e nelle metastasi cerebrali del carcinoma mammario). Lo
    scopo sará di identificare i cambiamenti indotti da CCL2 nella regolazione dei percorsi metabolici e di sopravvivenza nelle cellule tumorali che possono migrare verso il cervello. Criciale sará poi interferire con gli effetti a valle di CCL2 al fine di perturbare l’adattamento delle cellule tumorali al microambiente cerebrale e modulare l’insorgenza di cachexia.

  • Jasmine Blanga

    Jasmine Blanga è nata a Milano l’ 8 Marzo 1995. Ha conseguito la laurea in Biomedicina presso la Queen Mary University of London. Ha poi conseguito un Master in Immunologia all’ Imperial College London discutendo la tesi dal titolo ‘‘The impact of Arginine deprivtion and radiation in immune regulation in Glioblastoma’’. A inizio 2020 comincia il suo dottorato presso il Weizmann Instiute nel laboratorio di Dr. Rony Dahan nel dipartimento di Immunologia. Nel Settembre 2022 vince una borsa di studio ‘’Sergio Lombroso’’ presso il Weizmann Institute.

    Il progetto di ricerca

    Gli anticorpi monoclonali negli ultimi anni sono diventati la nuova piattaforma farmacologica nell’ ambito delle terapie immunologiche contro il cancro. Il principio si basa sul riconoscimento di specifiche proteine espresse su cellule immunitarie da parte degli anticorpi. Una volta riconosciuta la proteina si innescano vari meccanismi che risultano con l’ uccisione delle cellule tumorali. Il nostro laboratorio è interessato a studiare i meccanismi dietro a questi processi.

    Il mio progetto, in particiolare si occupa di un anticorpo entrato nella sperimentazione clinica ma che fallí a causa di effetti collaterali e tossicità. Il mio scopo è quello di comprendere i meccanismi che lo rendono tossico e modificare la struttura dell’  anticorpo in modo da poter evitare la tossicità mantenendo intatto il suo effetto anti-tumorale.

    Sono molto grata di poter lavorare e studiare al Weizmann Instutute, centro di ricerca rinomato in tutto il mondo. Qui ho l’ opportunità di approfondire la mia passione per l’ immunoterapia ed essere circondata da esperti in questo campo di ricerca.

     

     

  • Livia Testa

    Livia Testa è nata a Bordighera (IM) il 20 luglio 1992. Ha conseguito la laurea triennale in Biotecnologie Mediche e Farmaceutiche (2014) e la laurea Magistrale in Biotecnologie Mediche, Molecolari e Cellulari (2016) presso l’Universitá Vita-Salute San Raffaele (Milano). Dal 2017 è studente di dottorato presso l’Istituto Weizmann, sotto la guida del prof. David Wallach, dove studia i processi molecolari della morte cellulare che avviene in condizioni infiammatorie. Nell’agosto 2022 vince una borsa di studio “Sergio Lombroso” per continuare l’attivitá di ricerca.

    Progetto di ricerca

    La ricerca ha come obiettivo lo studio dei meccanismi molecolari che regolano le ultime fasi della Necroptosi, un tipo di morte cellulare infiammatoria. La Necroptosi è stata osservata sia in alcuni tipi di cancro, sia in malattie neurodegenerative ed infettive. Come fanno le cellule a regolare la loro proliferazione e morte è di grande interesse in campo medico, dato il gran numero di patologie umane dove tale delicato equilibrio è alterato (cancro in primis). Il laboratorio del prof. Wallach è stato pioniere nell’identificare cascate del segnale infiammatorie dipendenti dal Tumor Necrosis Factor alpha (TNFα) e grazie ai sui studi si è arrivarti allo sviluppo di farmaci (come ad esempio Enbrel) tutt’ora usati per trattare l’artrite.

    Soltanto una decina di anni fa, è emerso come TNFα possa anche indurre le cellule alla morte attraverso un meccanismo molecolare chiamato Necroptosis (Zhao, J. et al., 2012). L’obiettivo della ricerca svolta nel laboratorio del prof. Wallach è quello di scoprire ulteriori proteine convolte nella regolazione delle ultime fasi della Necroptosi. Per far questo verranno utilizzate linee cellulari umane derivanti da carcinoma del colon (HT-29) e verranno applicate tecniche biochimiche e di biologia molecolare per poter identificare e validare nuove interazioni proteina-proteina. La scoperta e la caratterizzazione di fattori unici ed essenziali per questo tipo di morte cellulare sará il punto di partenza per lo sviluppo di nuovi farmaci che possano promuovere o prevenire la morte delle cellule, a seconda della necessitá terapeutica.

  • Alan Monziani

    Alan Monziani è nato a Bolzano il 14 febbraio 1994. Ha conseguito la Laurea Triennale in Scienze e Tecnologie Biomolecolari presso l’Università degli Studi di Trento nel 2016, e successivamente una Laurea Magistrale in Biomolecular Sciences and Technologies nel 2018 presso lo stesso Ateneo. In entrambi i casi, i progetti di ricerca vertevano sullo studio di RNA circolari, non codificanti, biomarcatori e splicing alternativo nel contesto della Malattia di Huntington. Successivamente ha lavorato per un anno alla Wayne State University School of Medicine a Detroit studiando i meccanismi di regolazione genica e di splicing alternativo in risposta a diversi stimoli ambientali. Dal settembre 2020 sta conseguendo il Dottorato presso il Weizmann Institute of Science nel laboratorio del Prof. Igor Ulitsky, dove nel 2021 ha ottenuto una Borsa ”Sergio Lombroso” per  lo studio di RNA non codificanti coinvolti in processi biologici riguardanti la progressione di tumori ed il neurosviluppo.

    Progetto di Ricerca

    Solamente circa l’1% del genoma umano codifica per proteine, mentre il restante 99% comprende altre regioni geniche ed intergeniche, dove si trovano diverse sequenze importanti per regolare l’espressione genica. Sorprendentemente, la quasi totalità del genoma viene tuttavia trascritta in diverse tipologie di molecole di RNA, tra i quali i long non-coding RNAs (lncRNAs) rappresentano la classe dominante. Tuttavia, a parte pochi casi l’esatta funzione di queste molecole rimane sconosciuta, nonostante giochino un ruolo chiave nel regolare l’espressione genica.

    Nel laboratorio del Prof. Ulitsky presso i Department of Immunology and Regenerative Biology e  Department of Molecular Neuroscience studiamo diversi esempi di lncRNAs che regolano diversi processi cellulari, inclusi esempi importanti per l’insorgenza e la progressione di tumori. In particolare, uno dei progetti di ricerca del Dr. Alan Monziani ha identificato tramite uno screening computazionale un lncRNA alterato in diverse tipologie di cancro, con un particolare interesse rivolto al cancro al seno. Utilizzando una combinazione di approcci computazionali e sperimentali, verrà investigato il ruolo di questo molecola di RNA nel controllo mediante meccanismi epigenetici e trascrizionali dell’espressione genica, che hanno un forte impatto su diverse classi di RNA codificanti e non. Infine, l’effetto di diverse perturbazioni su questo lncRNA a livello di diversi fenotipi cellulari collegati alla tumorigenesi verrà anch’esso investigato, con il fine ultimo di identificare ulteriori meccanismi alterati in cellule tumorali che possano essere sfruttati in ambito clinico, nonchè avanzare la nostra conoscenza su come questa classe di RNA possa influenzare i diversi processi cellulari.

  • Jessica Pasqua Marsella

    Jessica Pasqua Marsella è nata a Caserta il 16 luglio 1995.

    Nel 2020 ha conseguito la laurea in Scienze Biologiche presso l’Università Federico II di Napoli con una tesi di Biologia Molecolare dal titolo “ Identificato RNA-lunghi non codificanti nei tumori. Nuove scoperte nel tumore alla prostata”.

    Dopo la laurea triennale, si è iscritta al corso di laurea magistrale, indirizzo Diagnostica Molecolare , presso l’università Federico II di Napoli, ottenendo, nel contempo, il titolo conseguito per il corso  di perfezionamento in “ Igiene alimentare, Nutrizione e Benessere”.

    Nel settembre 2022 ha vinto la Borsa di studio “Sergio Lombroso” presso il prestigioso Weizmann Institute, nel laboratorio del prof. Yosef Yarden del Dipartimento di Immunologia e Biologia Rigenerativa.

    Progetto di Ricerca

    Jessica Pasqua Marsella descrive così il suo progetto di ricerca:

    “Con il termine neoplasia si indica ,generalmente, una crescita anormale. Assente in condizioni fisiologiche. Tale crescita può rappresentarsi in forma benigna o maligna. Una delle principali differenze tra le due forme è “ l’invasività” presente solo nella forma maligna.

    L’invasività è una caratteristica di tutte le cellule ma solo alcune di queste, durante  lo sviluppo embrionale, acquistano la capacità di “invadere” i tessuti circostanti ma questo processo si verifica nel momento in cui ci sono alterazioni. Numerosi sono gli elementi e molecole implicate nello sviluppo del tumore. Tra questi i fattori di crescita , che svolgono un importante ruolo nella crescita della cellula invasiva. Tali fattori possono  indurre metastasi e incrementare la pericolosità del tumore.

    Per comprendere i meccanismi dei fattori di crescita nel cancro, è importante focalizzarsi sui loro recettori di superfice che vengono indentificati come gliprotroteine transmembrana con funzione Tirosin-chinasica la cui attività viene stimolata dal legame con il fattore di crescita con formazione di dimeri.

    Ne è un esempio ErbB delle tirosin-chinasi del recettore RTK che legano numerosi fattori di crescita con dominio simile al fattore di crescita epidermico EGF-

    Questi recettori inducono cascate di segnalazione, inducendo la regolazione trascrizionale. Ciò che accade nei tumori è l’autoproduzione di fattori di crescita e l’emergere di forme mutanti di ErbB-1 /EGFR, insieme alla sovraespressione di ErbB-2 / HER2. Tuttavia, grazie all’uso di anticorpi monoclonali, la segnalazione del fattore di crescita può essere inibita in modo produttivo.”