2004

  • Michael Miglioli

    Michael Miglioli è nata a Rovigo il 2 settembre 1969, si è laureata nel giugno 1999 presso l’Università di Bologna in Medicina e Chirurgia discutendo la tesi: “La difficoltà di intubazione tracheale in pediatria“ Si è quindi specializzata in Anestesia e Rianimazione presso l’Università di Ferrara il 31 0ttobre 2003. Nel luglio 2004 e si è unita al team di ricerca del Prof. Zelig Eshar presso il dipartimento di immunologia dell’istituto Weizmann in Rehovot, grazie ai fondi della borsa di studio Sergio Lombroso.
    Progetto di Ricerca
    L’incidenza del carcinoma prostatico (PC) e’ in aumento in tutto il mondo. In molti paesi occidentali, dove l’incidenza e’ maggiore, il PC e’divenuto la seconda causa di morte per carcinoma e nel Nord Europa ha gia’raggiunto la prima posizione come principale causa di morte correlata al cancro negli uomini. Nonostante questa alta incidenza, le conoscenze fisiopatologiche del pc rimangono rudimentali. Una piu’ chiara comprensione del meccanismo biologico della malattia potrebbe avere un reale impatto didattico. La mia attivita’ di ricerca e’ volta allo studio degli eventi che supportano e promuovono lo sviluppo del carcinoma prostatico non-dipendente dagli androgeni dopo deprivazione ormonale. Il mio sistema sperimentale consiste sia di Xenotrapianti di PC umano in Scid mouse, sia di Tramp transgenic mouse che sviluppano il carcinoma prostatico alla puberta’ in seguito alla espressione del t-antigen sotto il sistema inducente-promotore probasin. Il fine della mia ricerca sperimentale e’ di stabilire delle linee cellulari di PC per studiare il meccanismo(i) alternativo che rimpiazza il segnale recettoriale dipendente dagli androgeni, focalizzando i miei studi su analisi biochimiche e genetiche, sia in vivo che in vitro.

  • Melania Tesio

    Melania Tesio e’ nata a Pinerolo il 15 Luglio 1978 e si è laureata in biotecnologie mediche presso l’Università degli studi di Torino con una tesi dal titolo “Caratterizzazione del prodotto dell’open reading fram e M45 del citomegalovirus murino”. Dal 2002 sta effettuando un dottorato di ricerca in oncologia umana presso l’istituto per la cura e la ricerca sul cancro di Candiolo presso il dipartimento del Prof. Aglietta. Nell’ottobre 2004 si è unita al team del Prof. Lapidot del Dipartimento di Immunologia in qualità di visiting student per un periodo di sei mesi.

    Progetto di Ricerca
    “Caratterizzazione del ruolo della proteina cmet nel processo di mobilizzazione delle cellule staminali emopoietiche” In pazienti affetti da neoplasie ematologiche oggi la piu’ promettente strategia terapeutica consiste nel trapianto di cellule staminali. Esse risiedono nel midollo osseo e possono essere indotte a proliferare e a migrare nella circolazione periferica in seguito a somministrazione di un fattore di crescita, chiamato Stimulating GCSF o “Granulocyte colony factor”. Tale processo prende nome di mobilizazione. Dopo cinque giorni di trattamento con tale farmaco le cellule staminali emopoietiche si trovano in gran numero nel sangue periferico e possono essere raccolte con un semplice prelievo del sangue. Cellule staminali sane, prelevate da un donatore compatibile, vengono trasfuse nel paziente affetto da cancro, in cui le cellule tumorali sono state precedentemente distrutte con la chemioterapia. In questo modo le cellule sane del donatore vanno a sostituire le cellule cancerose del paziente, portandolo alla guarigione. Negli ultimi anni il laboratorio del Prof. Lapidot ha chiarito alcuni dei meccanismi molecolari che sono responsabili di questo processo. E’ cosi emerso che la piu’ importante e potente molecola coinvolta in questo processo e’ una proteina chiamata CXCR4: per effetto della somministrazione di GCSF, la sua espressione aumenta sulle cellule staminali inducendone di conseguenza la proliferazione e la migrazione nella circolazione periferica. Il processo di mobilizzazione e’ pero’ un processo molto complesso che vede coinvolte numerose altre proteine ciascuna con un ruolo ben definito: dall’azione combinata di queste proteine si genera un network che nell’insieme dirige l’intero processo. La comprensione dei meccanismi che sottendono alla mobilizzazione delle cellule staminali emopoietiche, e l’individuazione dei fattori coinvolti, sono molto importanti in quanto una volta conosciuti i meccansimi operanti e’ possible modularli al fine di migliorare e potenziare la mobilizzazione. “La mia ricerca e’ volta a capire quale sia il ruolo di una proteina chiamata CMET nella regolazione della migrazione delle cellule staminali emopoietiche. Gli esperimenti condotti fino ad oggi hanno infatti dimostrato che queta proteina e’ assolutamente indispensabile al processo di mobilizzazione; quando inibita, infatti anche il processo di mobilizzazione risulta inibito. Quello che ancora non e’ chiaro e’ come la proteina agisca durante tale processo e le ragioni che la rendono un’importante regolatore della mobilizzazione. La mia ricerca ha dunque come obiettivo quello di rispondere a queste domande“.

  • Marco Cortesi

    Marco Cortesi e’ nato a Bergamo il 30 Luglio 1974 e si è laureato in Fisica presso l’Università degli Studi di Milano, il 3/12/2003 con una tesi: “development and application of neutron radiographic techniques and gamma–ray spectroscopy for BNCT during neutron irradiation”

    Progetto di Ricerca
    Dal Luglio 2004 svolge attività di ricerca, finalizzata al raggiungimento del titolo di dottorato, presso il Radiation Detection Physics Laboratory del Weizmann Insitute of Science. L’attività di ricerca consiste principalmente nella valutazione, sviluppo ed analisi di un innovativo metodo diagnostico per il cancro alla prostata. L’esistenza di una forte correlazione tra concentrazione di zinco nel tessuto prostatico e probabilità della presenza di cellule cancerogene ci ha portato a basare, il sopraccitato metodo, sulla misurazione della concentrazione di zinco tissutale mediante spettroscopia X in fluorescenza (XRF). Attualmente le misure sono effettuate su campioni di tessuto prelevati mediante biopsia, in collaborazione con lo Sheba Medical Center di Tel Hashomer (Tel Aviv). Attualmente, sono inoltre in corso studi di fattibilità e simulazioni Monte Carlo, rivolti alla progettazione di una sonda XRF transrettale che possa permettere di effettuare un imaging completo della concentrazione di zinco sulla parete prostatica rettale. Così descrive la sua attività il dott. Cortesi “ il mio personale contributo consiste nell’effettuare le misure dei campioni e nella conseguente raccolta ed analisi dei dati. A tal proposito ho sviluppato un database per la raccolta dei dati statistici ed un software per l’elaborazione ed analisi degli stessi. Inoltre ho eseguito simulazioni Monte Carlo per la progettazione del sistema di collimazione della sonda transrettale. Parallelamente alla sopraindicata attività di ricerca, dal Marzo 2005 ho iniziato lo studio e lo sviluppo di rivelatori per imaging basati sull’innovativa tecnica dei GEM (Gas Electron Multiplier). L’utilizzo delle GEM, nella realizzazione di rivelatori di particelle, è accolto con sempre più entusiasmo all’interno della comunità scientifica; sia nel campo della rivelazione di particelle in fisica nucleare o sub-nucleare sia in altri campi, in particolare in diagnostica medica.