2023

  • Domenico Liguoro

    Domenico Liguoro è nato a Massa di Somma (Napoli) il 23 Aprile 1992. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Scienze Biologiche presso l’ Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel 2015, si trasferisce a Roma per proseguire il percorso di studi in Genetica e Biologia Molecolare nella Ricerca di Base e Biomedica all’ Università degli studi di Roma “La Sapienza”.  Presso lo stesso Ateneo, sotto la supervisione della Prof.ssa Rita Mancini, ha concluso il Dottorato di Ricerca in Medicina Sperimentale, il cui titolo è stato conseguito nel Marzo 2022. Durante questo periodo, Domenico ha approfondito  il ruolo di piccole molecole di RNA non codificante, chiamati microRNA, come regolatori principali dello sviluppo di resistenza farmacologica nel sottotipo di melanoma metastatico mutato in BRAF.  Da Aprile 2022, Domenico è un Assegnista di Ricerca presso il Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Università degli studi di Roma “La Sapienza”. Attualmente, il suo progetto di ricerca verte sullo sviluppo di nuove strategie terapeutiche basate sull’utilizzo di microRNA oncosoppressori incapsulati all’interno di nanoparticelle lipidiche per colpire le cellule di melanoma metastatico resistenti alle attuali terapie cliniche.

    Progetto di Ricerca

    Le mutazioni del gene KRAS colpiscono circa il 30% dei pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule. Per questi pazienti, i trattamenti sono limitati e la prognosi è infausta. È stato dimostrato che l’efficacia dell’immuno-terapia può dipendere dal grado di attivazione dei linfociti T CD8+ contro antigeni tumorali come antigeni derivati da mutazioni genetiche (neo-peptidi). I neo-peptidi sono il prodotto di degradazione di una proteina mutata nei confronti della quale non è stata sviluppata alcuna tolleranza precedente da parte dell’ospite. I neo-peptidi possono suscitare una specifica reattività antitumorale se riconosciuti dal recettore delle cellule T CD8+ e possono essere sfruttati come bersagli terapeutici ideali per vaccini contro il cancro o per terapie cellulari. Di recente, il gruppo di ricerca della Dott.ssa Yardena Samuels ha identificato un neo-peptide immunogenico, che deriva dalla sottotipo mutazionale KRAS G12V.

    Il progetto di ricerca mira all’identificazione e alla validazione di specifici recettori delle cellule T CD8+ per il neo-peptide derivato dalla mutazione KRAS G12V. Inizialmente sarà valutata la reattività delle cellule T CD8+, provenienti dal sangue periferico dei pazienti, contro il neo-peptide. La parte del recettore delle cellule T che riconosce il neo-peptide sarà sequenziato, clonato e ingegnerizzato su nuovi linfociti T CD8+, che saranno soggetti ad una serie di saggi funzionali per testare la  loro capacità di reagire a contatto con i neo-peptidi derivanti dalla mutazione KRAS G12V. Il mio obiettivo è ottenere maggiori informazioni per lo sviluppo di nuovi strumenti terapeutici volti a potenziare la difesa naturale contro le cellule tumorali per i pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule portatori del sottotipo mutazionale KRAS G12V.

  • Nicoletta Di Bernardo

    Nicoletta Di Bernardo è nata a Catania il 22 gennaio 1997 ed è cresciuta a Verona. Dopo la Laurea Triennale in Scienze e Tecnologie Biomolecolari presso l’Università degli Studi di Trento nel 2019, ha conseguito nel 2022 la Laurea Magistrale in Cellular and Molecular Biology (cancer track) presso lo stesso Ateneo. In entrambi i casi, ha lavorato a progetti di ricerca concernenti targets di p53, il principale regolatore del processo di apoptosi. Per la Laurea Magistrale, il progetto è stato sviluppato durante il tirocinio presso il laboratorio del Prof. Moshe Oren del Weizmann Institute of Science.

    Dal settembre 2022 sta conseguendo il Dottorato presso il Weizmann Institute nel laboratorio della Dr. Efrat Shema, focalizzato sullo studio dell’epigenoma del cancro. Nel 2023 ha ottenuto una Borsa “Sergio Lombroso” per lo studio degli effetti di EZH2 sulla plasticità del microambiente tumorale nel tumore al seno triplo negativo (TNBC).

    Progetto di Ricerca

    Grazie alla ricerca sul cancro, è diventato sempre più evidente che l’insorgenza di tumori è dovuta a mutazioni nel codice genetico, ma anche ad alterazioni epigenetiche, vale a dire a quei processi che regolano la condensazione della cromatina all’interno dei nuclei cellulari e determinano l’espressione genica.

    Nel laboratorio della Dr. Shema si studiano le singole alterazioni e i loro effetti sul codice istonico, grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia come la Cytometry by Time Of Flight (CyTOF) e la Total Internal Reflection Fluorescence (TIRF) Microscopy, che permettono di esaminarne l’aspetto combinatoriale in maniera innovativa.

    Nel caso del tumore al seno, e in particolare nel TNBC, EZH2, uno dei più noti modificatori della cromatina, è espresso e attivo a livelli superiori della norma. Il TNBC è un tipo di cancro al seno molto aggressivo che non presenta i recettori contro i quali sono stati sviluppati degli approcci di target therapy e terapia ormonale, comportando quindi peggiori prognosi.

    È noto che EZH2 contribuisce alla progressione e all’aggressività del TNBC ed è stato inoltre descritto in letteratura un suo possibile ruolo nell’ostacolare l’infiltrazione di cellule T citotossiche, in grado di eliminare le cellule tumorali.

    Nel suo progetto, Nicoletta utilizzerà la tecnologia CyTOF per analizzare dei campioni di TNBC indotti in un sistema murino, grazie alla collaborazione con il laboratorio della Prof. Ruth Sherz-Shouval (Weizmann Institute of Science). Nell’analisi studierà i cambiamenti nell’epigenoma del cancro e del microambiente tumorale (TME) dovuti alla deregolazione di EZH2 nelle cellule tumorali. Esaminerà inoltre i possibili cambiamenti nella composizione dello stroma e delle popolazioni cellulari immunitarie. Lo scopo sarà identificare delle specifiche modificazioni istoniche sia nel cancro che nel TME e modularle mediante l’utilizzo di farmaci e inibitori. In questo modo, sarà possibile comprendere il network epigenetico regolato da EZH2 e le sue implicazioni nello sviluppo del TNBC, per poter poi identificare dei nuovi approcci terapeutici per le pazienti di TNBC.

  • Paola Antonello

    Paola Antonello è nata a Vicenza il 25 settembre 1992. Ha conseguito la Laura Triennale in Biotecnologie presso l’Università degli Studi di Padova nel 2015 e sucessivamente la Laurea Magistrale in Pharmaceutical Biotechnologies presso lo stesso ateneo. Nell’ultimo anno del percorso di studi della Laurea Magistrale ha svolto un tirocinio presso l’istituto di ricerca di Bellinzona in Svizzera presso il laboratorio del Prof. Marcus Thelen dove ha studiato il ruolo del recettore ACKR3 (Recettore Atypico delle Chemochine) nell’indurre metastasi di tumori ematologici. Sucessivamente ha svolto il suo Dottorato di Ricerca presso l’Università di Berna in Svizzera sotto la supervisione del Prof. Thelen. Ha concluso un progetto di studi con due articoli pubblicati in giornali “peer-reviewed” i cui risultati ottenuti hanno permesso di rivalutare il concetto di “migrazione collettiva” per i tumori solidi, contribuendo alla comprensione dell’invasione dei tessuti da parte dei tumori ematologici e fornendo nuove intuizioni per l’individuazione di nuovi bersagli per l’intervento terapeutico.

    Progetto di Ricerca

    Il melanoma è il più aggressivo e letale tra i tumori della pelle, a causa della sua capacità di sviluppare resistenza alle terapie attuali, La risposta all’immunoterapia nei pazienti affetti da melanoma è stata recentemente correlata all’aumento dell’espressione degli immunoproteasomi (IP). Gli IP sono una forma specializzata di proteasomi che viene aumentata in condizioni infiammatorie con il ruolo di degradare proteine all’interno della cellule. L’attività sia dei proteasomi che degli IP è regolata dall’associazione del core catalitico con diverse subunità regolatorie, ad esempio, le subunità 19S come PSME4. Tuttavia, la composizione precisa dei complessi IP nel melanoma e il loro coinvolgimento nella presentazione dei peptidi non sono stati ancora chiariti. Di recente, il laboratorio della Prof. Merbl ha identificato un nuovo meccanismo di evasione immunitaria guidato da un’alterazione nella composizione del complesso proteasomico. Le evidenze supportano fortemente che la composizione del proteasoma e l’interazione tra IP e PSME4 siano determinanti cruciali nella progressione del melanoma e nella risposta all’immunoterapia.

    Mi propongo di contribuire in modo significativo all’avanzamento della medicina personalizzata basata su PSME4 e sulla funzione del proteasoma nei pazienti affetti da melanoma. I nostri approcci unici consentiranno di analizzare, in modo senza precedenti, l’interazione complessa tra l’eterogeneità del proteasoma, la degradazione di determinate proteine, la progressione del melanoma e l’immunogenicità. Inoltre, identificare gli obiettivi specifici della degradazione e le vie cellulari con cui sono associati getterà luce sui meccanismi molecolari alla base della progressione del melanoma e della risposta (o resistenza) all’immunoterapia.

  • Sabina Pozzi

    Sabina Pozzi é nata a Desio il 26 maggio 1990. Ha conseguito la laurea Magistrale in Biologia Molecolare nel 2015 presso l’Universitá di Milano Bicocca. Nell’ agosto 2022 ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Biologia e Drug Delivery presso Tel Aviv University discutendo una tesi dal titolo “MCP-1/CCR2 axis inhibition sensitizes the brain microenvironment against melanoma brain metastasis progression”. Nel gennaio 2023 vince una borsa per Post-Doc dalla Fondazione “Sergio Lombroso” presso il Weizmann Institute of Science sotto la supervisione della Prof. Ayelet Erez del Dipartimento di Biologia Molecolare.

    Progetto di Ricerca

    Il progetto di ricerca si focalizzerá sull’ipotesi che l’eccessiva secrezione sistemica e locale di CCL2, possa rimodellare il profilo trascrittomico e metabolico delle cellule tumorali e/o di altre cellule del microambiente, fungendo da innesco per le neoplasie cerebrali metastatiche. Parte del
    progetto di ricerca si concentrerá anche su come questa infiammazione sistamica possa contribuire all’insorgenza di cachexia (sindrome associata a perdita di peso e muscolare). CCL2 e il suo recettore CCR2, sono stati spesso associati a malattie metaboliche croniche, infiammazione e cancro. Recentemente nel laboratorio della Prof. Erez hanno scoperto che durante la carcinogenesi precoce dei tumori non epatici, il fegato recluta cellule immunitarie secernendo CCL2. In questo scenario la riprogrammazione metabolica degli epatociti promuove la proliferazione delle cellule tumorali e limita la sopravvivenza e l’attivazione dei linfociti. Nel cervello, é noto che l’elevata secrezione di CCL2 svolge anche un ruolo nelle neoplasie cerebrali e nelle metastasi. Infatti é stato dimostrato che gli astrociti evocano l’espressione e la secrezione di CCL2 e inducono l’espressione di CCR2 nelle cellule di melanoma, migliorando le proprietà tumorigeniche, come la proliferazione, la migrazione e l’invasione delle cellule metastatiche di melanoma nel cervello (Pozzi et al., JCI Insight 2022).

    Gli obiettivi generali del progetto di ricerca della Dr. Pozzi hanno lo scopo di indagare se un aumento sistemico di CCL2 induca le metastasi cerebrali con mutazione tp53 (uno dei geni più frequentemente mutati nei gliomi e nelle metastasi cerebrali del carcinoma mammario). Lo
    scopo sará di identificare i cambiamenti indotti da CCL2 nella regolazione dei percorsi metabolici e di sopravvivenza nelle cellule tumorali che possono migrare verso il cervello. Criciale sará poi interferire con gli effetti a valle di CCL2 al fine di perturbare l’adattamento delle cellule tumorali al microambiente cerebrale e modulare l’insorgenza di cachexia.

  • Jasmine Blanga

    Jasmine Blanga è nata a Milano l’ 8 Marzo 1995. Ha conseguito la laurea in Biomedicina presso la Queen Mary University of London. Ha poi conseguito un Master in Immunologia all’ Imperial College London discutendo la tesi dal titolo ‘‘The impact of Arginine deprivtion and radiation in immune regulation in Glioblastoma’’. A inizio 2020 comincia il suo dottorato presso il Weizmann Instiute nel laboratorio di Dr. Rony Dahan nel dipartimento di Immunologia. Nel Settembre 2022 vince una borsa di studio ‘’Sergio Lombroso’’ presso il Weizmann Institute.

    Il progetto di ricerca

    Gli anticorpi monoclonali negli ultimi anni sono diventati la nuova piattaforma farmacologica nell’ ambito delle terapie immunologiche contro il cancro. Il principio si basa sul riconoscimento di specifiche proteine espresse su cellule immunitarie da parte degli anticorpi. Una volta riconosciuta la proteina si innescano vari meccanismi che risultano con l’ uccisione delle cellule tumorali. Il nostro laboratorio è interessato a studiare i meccanismi dietro a questi processi.

    Il mio progetto, in particiolare si occupa di un anticorpo entrato nella sperimentazione clinica ma che fallí a causa di effetti collaterali e tossicità. Il mio scopo è quello di comprendere i meccanismi che lo rendono tossico e modificare la struttura dell’  anticorpo in modo da poter evitare la tossicità mantenendo intatto il suo effetto anti-tumorale.

    Sono molto grata di poter lavorare e studiare al Weizmann Instutute, centro di ricerca rinomato in tutto il mondo. Qui ho l’ opportunità di approfondire la mia passione per l’ immunoterapia ed essere circondata da esperti in questo campo di ricerca.