2017

  • Ivan Bassi

    Ivan Bassi è nato l’11 Settembre 1981 a Rho. Ha conseguito il dottorato in Medicina Clinica e Sperimentale all’Universita’ degli Studi di Milano nel 2017, con una tesi sulla caratterizzazione del gene PROKR2 nel modello Zebrafish. Attualmente è impiegato con contratto a progetto all’ Istituto Auxologico Italiano di Milano; la sua attività di ricerca ha riguardato l’ambito endocrinologico, in particolare il ruolo svolto dal recettore per le prokineticine 2 (PROKR2) nell’insorgenza dell’Ipogonadismo Ipogonadotropo Congenito (CHH) in pazienti clinici e nel modello animale Zebrafish. Nel maggio 2017 ha vinto la Borsa di studio “Sergio Lombroso”, presso il Weizmann Institute, nel laboratorio della Dr.ssa Yaniv del Dipartimento di Neurobiologia.

    Progetto di Ricerca

    La BBB è una unita’ anatomico-funzionale che controlla strettamente il passaggio di nutrienti e ossigeno ai neuroni cerebrali, bloccando al contempo l’accesso di potenziali agenti nocivi quali tossine e patogeni. La sua integrità’ e corretto sviluppo sono essenziali per la sopravvivenza dei neuroni; ogni alterazione o difetto nella sua struttura puo’ dare origine a malattie neurologiche fatali.

    La BBB rappresenta tuttavia un ostacolo nella distribuzione al tessuto cerebrale dei farmaci presenti nel sangue, rendendo difficile il trattamento di molte patologie del sistema nervoso centrale, quali l’Alzheimer e il Parkinson, o dei tumori cerebrali quali il Glioblastoma multiforme (GBM), il più comune tra i tumori cerebrali. Il laboratorio della Dr.ssa Karina Yaniv, all’Istituto Weizmann, utilizza il sistema modello zebrafish per studiare il metabolismo delle lipoproteine durante i processi angiogenici dei tumori e nella formazione delle metastasi.

    Lo scopo del mio progetto di ricerca sarà quello di approfondire e meglio caratterizzare il ruolo delle lipoproteine nei processi molecolari di formazione e integrità della BBB. Una miglior comprensione di questi meccanismi, e lo sviluppo di un modello sperimentale che rappresenti fedelmente la complessità dinamica della fisiologia umana, costituisce un’opportunità per testare l’efficacia di nuove molecole chiave nella biologia dei tumori, con la prospettiva di poter sviluppare nuovi approcci farmacologici e terapeutici.

  • Ilaria Marrocco

    Ilaria Marrocco è nata il 7 Maggio 1988 a Fondi (LT). Nel luglio del 2013 consegue la laurea specialistica in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche presso la Sapienza, Università di Roma. Nello stesso anno viene ammessa al corso di Dottorato in Biochimica presso la stessa università. Nel 2016 ha l’opportunità di trascorrere sei mesi nel dipartimento di Pathology and Laboratory Medicine presso il Children’s Hospital of Philadelphia come Visiting PhD Student. Nel gennaio 2017 consegue il titolo di Dottore di Ricerca in Biochimica con una tesi dal titolo “PDIA3: a versatile and pleiotropic protein disulfide isomerase”. Nello stesso anno vince la borsa Post-Doc Sergio Lombroso presso il Weizmann Institute of Science nel Laboratorio del Prof. Yosef Yarden del Dipartimento di “Biological Regulation”.

    Progetto di Ricerca

    Il carcinoma del polmone è uno dei più comuni tipi di cancro nell’uomo e la sopravvivenza tra i pazienti con questo tipo di tumore è molto bassa. L’80% dei casi di carcinoma polmonare diagnosticati sono rappresentati dal carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC- non small cell lung cancer). In questo tipo di tumore l’attivazione del recettore del fattore di crescita dell’epidermide (EGF- epidermal growth factor) gioca un ruolo fondamentale.

    La famiglia del recettore del fattore di crescita dell’epidermide comprende vari membri tra cui EGFR, HER2 e HER3, e le vie di segnalazione da essa attivate hanno un ruolo chiave nell’iniziazione e progressione tumorale.

    L’utilizzo di inibitori dell’EGFR nel trattamento del NSCLC è una pratica diffusa in clinica ma purtroppo tutti i pazienti diventano resistenti alle terapie nel giro di un anno. Lo scopo di questo progetto sarà dunque quello di superare la resistenza tumorale al trattamento con inibitori del recettore dell’EGF attraverso l’utilizzo di miscele di anticorpi monoclonali dirette a bloccare i vari membri di questa famiglia di recettori, in modo da sviluppare terapie efficienti atte a sconfiggere questo tipo di tumore molto diffuso.

  • Martino Maddalena

    Martino Maddalena è nato a Bari il 4 aprile 1987. Nel 2015 ha conseguito la laurea in Biotecnologie Mediche e Medicina Molecolare presso l’Università degli studi di Bari con una tesi di Biologia molecolare, in collaborazione con il CNR di Bari, dal titolo “Analisi bioinformatica delle alterazioni del trascrittoma indotte dai membri della famiglia genica di p53”. Dopo la laurea ha svolto un internship al “DNA Damage and Genome Centre” della Sussex University di Brighton (UK) studiando il ruolo del complesso telomerico nell’inibizione dei checkpoint del danno al DNA.
    Nel gennaio 2017 ha vinto la Borsa di studio “Sergio Lombroso” presso il prestigioso Weizmann Institute, nel laboratorio del prof. Rony Seger del Dipartimento di Regolazione Biologica

    Progetto di Ricerca

    Martino Maddalena descrive così il suo progetto di ricerca: “Le cellule che accumulano mutazioni aberranti possono evolvere progressivamente in uno stato neoplastico, acquisendo una serie di capacità che portano alla trasformazione tumorale e infine alla formazione del tessuto tumorale capace di disseminare metastasi in tutto l’organismo. Il carattere più distintivo della cancerogenesi è lo sviluppo della capacità di sostenere una proliferazione cronica. Le cellule sane controllano attentamente la produzione e il rilascio di segnali che promuovono la divisione cellulare assicurando un fisiologico equilibrio di cellule all’interno del tessuto. Le cellule tumorali, invece, deregolano e sfruttano questi segnali per accrescere e sviluppare la massa tumorale.

    ERK1/2 sono proteine citosoliche appartenenti alla famiglia delle MAP chinasi che controllano una serie di processi cellulari tra cui differenziazione e proliferazione, comunemente deregolati in diversi tipi di cancro. Questa via di trasduzione del segnale è regolata da stimoli extracellulari che provocano una progressiva fosforilazione e attivazione di diversi attori intracellulari tra cui Raf e MAPK. Inibitori di queste proteine di segnalazione sono già stati sviluppati per il trattamento del melanoma. Sfortunatamente questi farmaci sono limitati al trattamento di una sottoclasse di melanoma e in alcuni casi consentono il presentarsi di recidive.
    ERK1/2 agisce a valle di questa cascata di segnalazione e attraverso una traslocazione nel nucleo è in grado di innescare processi di proliferazione cellulare. Al contrario, nel citoplasma, ERK1/2 è implicato in differenti processi cellulari benevoli e probabilmente in meccanismi di feedback negativi.

    In questo contesto si inserisce la mia attività ricerca che sarà volta a comprendere e inibire la traslocazione di ERK1/2 nel nucleo in modo tale da poter sviluppare efficaci strategie terapeutiche in grado di frenare selettivamente la proliferazione cellulare e preservare le funzioni di ERK1/2 a livello citosolico. In particolare, durante il Phd, mi concentrerò sulla traslocazione mediata dalle importine 3/7/9 che aiutano ERK1/2 ad attraversare la membrana nucleare. In questa maniera si auspica di colpire selettivamente le cellule tumorali limitando gli effetti collaterali e la resistenza che caratterizzano gli attuali trattamenti chemioterapici”.